Zomby

Mercury’s Rainbow
2017, 4 su 10
https://myspace.com/zombyproductions

Dovrebbe essere il disco “perduto” del 2008 del produttore inglese associato al dubstep, ma pubblicato anche da 4AD, in stile “Eskibeat” (qualunque cosa sia). A me sembra il ripescaggio di brutti suoni da 8 bit di pessimi videogiochi messi assieme con molte ripetizioni e poca ispirazione.

Aphex Twin

Mt. Fuji 2017
…I Care Because You Do (Reissue)
2017, 4 su 10
https://aphextwin.warp.net/

Dopo il suo concerto al Fuji Rock Festival, AT ha messo in vendita questa audiocassetta con 45 tracce, di roba per lo più inedita; semplici bozzetti, esperimenti e porcherie assortite, ottenute verosimilmente scrostando il cestino dei rifiuti.
Molto meglio la riedizione deldisco del 1995, con una paccata di bonus track, non all’altezza ma comunque di livello dignitoso.

Stefano Bollani

Mediterraneo
2017, 4 su 10
http://www.stefanobollani.com/

SB in trio, con l’aggiunta di fisarmonica e Orchestra Filarmonica di Berlino rifanno in chiave jazz canzoni, colonne sonore e arie della tradizione italiana. A parte l’operazione già sentita, il risultato mi pare appartenere alla categoria del kitsch, nonostante la prova professionale di tutti. Ci si annoia, e parecchio, ma soprattuto non si capisce lo scopo del tutto.

Tennis

Yours Conditionally
2017, 4 su 10
http://www.tennis-music.com/

Non ricordo in base a quale recensione mi sono segnato di ascoltare questo gruppo indie-pop dagli Stati Uniti. Doveva essere entusiasmante e coinvolgente, perché altrimenti non capisco come questo pop annacquato (certe volte vengono in mente i peggiori Abba) sia potuto passare attraverso le mie orecchie, per essere dimenticato durante l’ascolto stesso.

New Order

New Order Presents Be Music
2017, 4 su 10
http://www.factorybenelux.com/new_order_presents_be_music_fbn60.html

Si tratta di una collezione di 36 brani (su tre cd) che raccolgono molta (non tutta) la produzione (in senso lato) dei membri dei New Order al di fuori del gruppo principale. Molto materiale risale agli anni 82-85, ma non mancano lavori recenti. Seppure composto da brani di varia provienza e genesi, c’è una certa uniformità stilistica, un minimo comune denominatore, pop rock spesso di fattura ormai datata, che mi fatto faticare parecchio per arrivare alla fine.

Yo La Tengo

Murder in the Second Degree
2016, 4 su 10
http://www.yolatengo.com/

Seconda parte (la prima, del 2006) di una compilation che raccoglie i brani suonati presso una radio locale durante le campagne di autofinanziamento della radio stesso. I brani sono esclusivamente cover, di varia estrazione, anche se sostanzialmente appartenenti alla tradizione americana del blues e del rock. Purtroppo l’aprroccio del gruppo è decisamente sgangherato, e gli unici a divertirsi sono probabilmente loro stessi.

Factory Floor

25 25
2016, 4 su 10
https://www.facebook.com/factoryfloor/

Tra house acida e kraut rock, questo secondo disco di un duo londinese annoia parecchio. I brani sono tutti piuttosto lunghi, e sembrano non finire mai, vista la costante ripetizione di ritmi e suoni che tuttavia non riescono a catturare lo spirito dance; risulato deludente e ascolto faticoso.

Kate Boy

One
2015, 4 su 10
http://www.kateboy.com/

Annunciato come un gruppo Synth pop dalla Svezia con voce femminile interessante (The Knife, Fever Ray), il disco però è puro anni ottanta, synth-pop molto derivativo e con poche cose da dire. La voce non spicca particolarmente, e le basi elettroniche sono molto “già sentite”.

Josephine Michel & Mika Vainio

Halfway To White
2015, 4 su 10
http://touch33.net/catalogue/folio001.html

Un oggetto artistico, formato da un libro fotografico (di JM) ed un cd di un’ora (di MV). Il cd è piuttosto pieno di rumori e di silenzi. Molto ma molto noioso.

The Orb

History of the Future, Vol 2
2015, 4 su 10
http://www.theorb.com/

Comtinua l’opera di raccolta di tutto ciò che è stato pubblicato a vario titolo dagli Orb. In questo secondo volume (tre cd e un dvd) c’è moltissimo ciarpame, e solo qualcosa si salva nel grande mare di tracce recuperate da compiòation, EP, bonus tracks, remix e via frattaglie. Lo stile è quello, pure troppo, talmente troppo che la riconoscibilità va a scapito dell’ascolto, che, effettivamente, dopo il primo disco, si fatica a completare.