Ekin Fil

Ghosts Inside
2017, 5 su 10
https://ekinfil.bandcamp.com/

Artista turca dedita a droni e ambienti cupi, in questo disco riflette un periodo cupo (non aiutato dalle vicende familiari e politiche locali) con suoni adeguati al momento ma un po’ troppo evanescenti se ascoltati in una giornata di sole.

Ogive

Folds
2017, 6 su 10
http://emporium.room40.org/products/594555-ogive-folds

Collaborazione tra Chris Herbert (inglese) and Elías Merino (spagnolo); il primo ama manipolare suoni naturali in forma di drone, al secondo invece generare suoni attraverso computer. Assieme producono 45 minuti in 5 brani molto “dronici” e di andamento lento, che probabilmente andrebbero ascoltati con calma a volume alto, possibilmente di notte in località isolate. Nelle altre situazioni, forse l’interesse non è poi così elevato.

B12

Electro-Soma + Electro-Soma II
2017, 6 su 10
http://b12records.com/

Electro-soma è uno dei dischi seminali del movimento IDM. Usciva come esordio per il duo di produttori inglesi nel 1993. Adesso Warp ripubblica rimasterizzato il disco, e ci aggiunge un secondo disco di materiale d’epoca. Ascoltati a distanza di 24/25 anni, il materiale è ancora fresco e divertente, ed il tempo passato non ha scalfito l’opera.

Demdike Stare

Cosmogony
2017, 6 su 10
Discog

Siamo ai limiti dello snobismo. Esce su cassetta un lavoro commissionato da INA-GRM (pregasi gogglare…), molto rispettoso delle cifre stilistiche degli autori passati per di lì, tra musica concreta, rumori, sperimentazioni sparse, che se appare a momenti derivativa, è in realtà una celebrazione della musica contemporanea.

Hundred Waters

Communicating
2017, 6 su 10
http://www.hundred-waters.com/

HW sono un gruppo statunitense al terzo disco. Leggo che hanno cominciato ispirandosi alla folktronica, ma in questo disco direi che ci sono molte influenze downtempo e shoegaze, per non parlare di qualche accenno jazz. Molto è dovuto alla voce eterea della cantante, che ricorda appunto alcune passate stagioni dello shoegaze, complete di malinconia e introversione. Piacevole ma un po’ già sentito.

Erland Dahlen

Clocks
2017, 7 su 10
http://hubromusic.com/erland-dahlen/

ED è un batterista e percussionista norvegese (ha lavorato con Madrugada, Hanne Hukkelberg, Nils Petter Molvær e Anneli Drecker), ed è qui in una prova solista. L’inizio è folgorante, tra jazz, post-rock ed elettronica, con percussioni incalzanti e sovrapposte senza confusione. Poi gli altri brani sono comunque ben fatti, ma meno brillanti. Un disco decisamente interessante, con diversi momenti belli da riascoltare.