Stefano Bollani

Sheik Yer Zappa
2014, 5 su 10
http://www.stefanobollani.com/?lang=it

Con tutto il rispetto per Bollani e Zappa (Che non sono mai riuscito a farmi piacere), il contrasto tra due menti brillanti non produce un disco brillante. Sette riletture jazzate di brani zappiani, e due brani di SB in chiave zappiana, e dove il pianoforte giocoforza spesso è in ombra o si piega a cosa poco interessanti. Sembra più un esercizio di stile, un omaggio che lascia il tempo che trova.

Stefano Bollani

Joy in Spite of Everything
2014, 5 su 10
http://www.stefanobollani.com/?lang=it

Con tutto il rispetto per Boolani, e per i due suntuosi ospiti (altro agli altri due sodali della formazione recente), ovvero Bill Frisell e Mark Turneral, qui abbiamo un disco di jazz di stampo classico, in cui sì il pianoforte conduce ma non straborda, e la personalità di SB si nasconde dietro un disco piuttosto classico e tutto sommato poco degno di nota.

Franco Battiato – Pinaxa

Joe Patti’s Experimental Group
2014, 5 su 10
http://www.battiato.it/
http://www.pinaxastudio.com/

Un disco in comune tra Battiato ed un tecnico del suono di chiara fama. Si parla di ritorno all’elettronica di Battiato, di kraut lisergico e sperimentazione. A me pare una cosa piuttosto scialba, con tappeti elettronici più banali che minimali, ed il solito, un po’ presuntuoso, recitare di Battiato, dove di sperimentale c’è decisamente poco, e il già sentito incombe.

Harold Budd

Jane 12-21
2014, 6 su 10
http://haroldbudd.com/

I primi undici Jane erano su un disco precedente, di cui questo è l’ovvia prosecuzione. Ancora improvvisazioni al pianoforte, quì però spesso sostituito da elettronica e poco altro. Molto rilassante e tranquillo, forse un po’ troppo, tanto che occorre buona concentrazione per non far passare il disco in sottofondo pensando ai casi propri.

Craig Armstrong

It’s Nearly Tomorrow
2014, 6 su 10
http://craigarmstrong.com/

compositore di colonne sonore, grande orchestratore (anche er Massive Attack), ecco un nuovo disco per CA. Che appunto mostra brani trip-hoppeggianti, orchestrazioni sontuose, ospiti di grido (che so, Brett Anderson dei Suede), canzoni dignitose e ottimi arrangiamenti. Manca un guizzo importante, che lo faccia ricordare, per cui questo disco rimarrà un po’ in giro, per poi sparire senza rimorso.

Stumbleine

Infinite Overcast
2014, 6 su 10
https://stumbleine.bandcamp.com/

Un breve EP per Stumbleine, che prosegue sulla strada intrapresa dal nuovo disco con Violet Skies; ovvero molto pop shoegaze, con voce femminile dreaming, leggero e simpatico, senza troppo approfondimento. Gradevoli bozzetti (molti sono sui tre minuti) che piacciono senza strafare.